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LP12 - La terza di Lacan

La Psicoanalisi n. 12 – La terza di LACAN

“Se riusciste veramente a leggere quello che c’è in questa messa in piano del nodo borromeo, penso che vi avrei dato qualcosa che potrebbe esservi altrettanto utile quanto la semplice distinzione tra reale, simbolico e immaginario”. Traggo questa citazione di Lacan dal suo testo La terza, pubblicato nel presente volume.

Con le tre categorie non freudiane – del reale, del simbolico e dell’immaginario – Lacan ha dato una chiave di lettura chiara per leggere il materiale addotto dalla clinica freudiana e uno strumento efficace all’analista perché sappia occupare il posto da cui operare. E da qui è stato possibile, a quegli psicoanalisti che hanno fatto tesoro di questo insegnamento, di saper distinguere l’io in quanto funzione immaginaria (le moi) dall’io in quanto funzione simbolica (le je); di riconsiderare la clinica della psicosi non già sotto la rubrica del deficit ma alla luce di una mancanza simbolica chiamata da Lacan forclusione (forclusion) del nome del padre; di assegnare allo psicoanalista un luogo da cui operare che è radicalmente asimmetrico rispetto alle varie relazioni o rapporti, le cui conseguenze, amorose o controtransferali, hanno il solo potere di far arrestare la cura anche quando la serie delle sedute continua.

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LP11 - Considerazioni sull'io

La Psicoanalisi n.11 – Considerazioni sull’io

“Considerazione sull’io” è il testo di una conferenza di Lacan letta in inglese alla British Psycho- Analytical Society il 2 maggio 1951. Esso riprende con alcune varianti la terza parte del “Discorso sulla causalità psichica”, del 1946, pubblicato nel 1966 negli Scritti.

Il tema dell’io è centrale in Lacan.

Come l’io si costituisce? Lacan forgia lo stadio dello specchio per rendere conto del rapporto tra il bambino e la sua immagine, che, pur essendo la sua, è anche quella di un altro.

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LP10 - Lacan

La Psicoanalisi n.10 – Lacan

“Lo stile è l’uomo”. Mai, nella storia della psicoanalisi, un tale assioma è diventato reale come nel caso di lui: Jacques Lacan. Certo, la psicoanalisi continuerà a esistere solo se resterà freudiana. Ma la cura psicoanalitica resterà tale solo se gli psicoanalisti sapranno cogliere l’insegnamento di Lacan: lo stile, in psicoanalisi, è ciò che lega, nella pratica clinica, il funzionamento dell’inconscio con l’atto analitico.

Lacan in questo fu geniale. Geniale, per trovare le soluzioni concrete nelle manifestazioni transferali, analisi per analisi. Geniale, per ritrovare nella logica del fantasma gli elementi che possono essere trasmessi nella teoria psicoanalitica.

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LP9 - Dialogo con i filosofi francesi

La Psicoanalisi n.9 – Dialogo con i filosofi francesi

Il tema relativo alla depressione, mania, melanconia sembra far resistenza alla teoria psicoanalitica fin dai tempi di Freud. La psicoanalisi è nata dalla nevrosi, più particolarmente dall’ascolto docile di Freud alle indicazioni fornitegli dalle isteriche, le prime a elaborare, pur senza saperlo, la teoria psicoanalitica. Lo studio delle psicosi, soprattutto lo studio del testo del presidente Schreber, induce Freud a includere senza alcun equivoco il mondo delle psicosi nel campo psicoanalitico, pur manifestando dubbi e perplessità circa la sua efficacia terapeutica.

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LP8 - Omaggio a Marguerite Duras

La Psicoanalisi n.8 – Omaggio a Marguerite Duras

L’inconscio strutturato come un linguaggio riassume aforisticamente la teoria di Lacan sulla scoperta freudiana. Che Freud abbia dimostrato ripetutamente che l’inconscio parli in modo metaforico e metonimico è un dato accettato da ogni freudiano. Al contrario ciò che fa problema è il valore da accordare a questo parlare: il valore deve essere cercato nella sua inconscia articolazione logica oppure negli affetti che lo accompagnano? La verità di un soggetto si svela nei significanti che lo rappresentano o negli affetti che lo abitano?

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LP7 - Prefazione al risveglio di primavera

La Psicoanalisi n.7 – Prefazione al “Risveglio di primavera”

Il drammaturgo anticipa lo psicoanalista. Sofocle anticipa nell’Edipo il dramma della posizione del soggetto rispetto all’Altro che lo porta, lo nomina e lo promette alla morte. Shakespeare nell’Amleto anticipa il dramma del desiderio del soggetto incatenato al desiderio dell’Altro, e a ciò che lo causa. Wedekind, contemporaneo di Freud, ma prima Freud, illustra nel Risveglio di primavera che l’umano con il sesso non ci sa fare, che nessuno se la cava bene, e che la sessualità fa buco nel reale. “Così un drammaturgo”, scrive Lacan nella prefazione al lavoro teatrale di Wedekind, “affronta nel 1891 la questione di quel che è per i ragazzi il far l’amore con le ragazze; mostrando come non se lo sognerebbero nemmeno senza il risveglio dei loro sogni”.

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LP6 - Seminario su l'uomo dei lupi

La Psicoanalisi n.6 – Seminario su “L’uomo dei lupi”

Il caso de “L’uomo dei lupi” è il caso che più di ogni altro è entrato nella storia del movimento psicoanalitico come l’esempio paradigmatico dell’intervento clinico e del valore teorico della psicoanalisi. Eppure, forse non c’è mai stato caso più discusso e controverso sia a livello della teoria, per esempio per quanto riguarda la diagnosi, sia a livello della clinica, per esempio per quanto riguarda lo svolgimento della cura.

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LP5 - Amleto - Il desiderio e la sua interpretazione

La Psicoanalisi n.5 – Amleto

Dopo aver restaurato la dimensione strutturale del complesso di Edipo e aver dimostrato l’omogeneità significante delle formazioni dell’inconscio e dell’interpretazione nei seminari precedenti, J. Lacan affronta in quello del 1958-59 la questione del desiderio.

È il momento del suo insegnamento in cui il desiderio non è più solo riferito alla dialettica del riconoscimento, ma situato appunto secondo le coordinate che fissano il soggetto in una certa dipendenza rispetto al significante. Il desiderio ne risulta quindi come l’effetto di significato inarticolabile di ogni parola, al di qua dell’alienazione del bisogno nella domanda. È il momento in cui è sottolineato il carattere fondamentalmente estraneo a ogni radice istintiva della pulsione freudiana, ricondotta a una domanda silenziosa, a ciò che resta della domanda quando non formula più alcun bisogno e il soggetto si riduce alla propria abolizione.

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LP4 - La psichiatria inglese e la guerra

La Psicoanalisi n.4 – La psichiatria inglese e la guerra

La psichiatria inglese e la guerra è un vero gioiello. Cogliendo i contributi sulla teoria dei piccoli gruppi elaborati dagli allievi di Melanie Klein, Lacan ha scritto un autentico piccolo trattato di politica.

Su questo testo faremo tre osservazioni: si tratta di una sistematizzazione in tempo diretto; di una rilettura di Massenpsychologie attraverso la dialettica dell’Ideale e dell’oggetto del fantasma; e infine Lacan vi annuncia i principi organizzatori di una Scuola di psicoanalisi.

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LP3 - L'interpretazione in psicoanalisi

La Psicoanalisi n.3 – L’interpretazione in psicoanalisi

Il procedimento inventato da Freud può essere riassunto in due termini: l’associazione libera, che definisce il compito dell’analizzante, e l’interpretazione, cioè la risposta dell’analista. Ma questi due termini non definiscono totalmente il legame analitico e l’incidenza dell’analista non si riduce neanche solo all’interpretazione, poiché esiste l’amore di transfert che Freud scopre con sorpresa, nel quale la presenza dell’analista interviene come supporto della funzione, non dell’interprete, ma dell’oggetto.

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