Monthly Archives: Gennaio 2020

La Psicoanalisi n. 60 – La voce

A Baltimore, negli Stati Uniti, nel quadro del Simposio internazionale « The Languages of Criticism and the Sciences of Man » che si tenne dal martedì 18 ottobre al venerdì 21 del 1966 al The Johns Hopkins Humanities Center, Lacan intervenne  il giovedì con un intervento dal titolo Of Structure as an Immixing of an Otherness Prerequisite to Any Subject Whatever.
Richard Macksey e Eugenio Donato, organizzatori del Simposio che si teneva sotto l’ègida della Johns Hopkins University, avevano dato inizio ai lavori in cui erano intervenuti, li citerò tutti, data la loro importanza, René Girard, Charles Morazé, Georges Poulet, Jean Pierre Vernant, Lucien Goldmann, Tzvetan Todorov, Roland Barthes, Jean Hyppolite, Guy Rosolato, Neville Dyson-Hudson, Nicolas Ruwet e Jacques Derrida. Roman Jakobson figura nel novero dei commentatori.
Jacques-Alain Miller indica che non poteva attribuire il testo sic et simpliciter a Lacan per i motivi da lui indicati più avanti. Ed è per questo motivo che ha deciso di far precedere il nome di Lacan da un « Secondo ».
Il lettore noterà che Lacan, pur intervenendo in un Simposio che verteva sulla struttura, inserisce un elemento che la struttura, di per sé, non contempla : il soggetto. Certo, l’inconscio è intercettato tramite le parole, e in quanto tale è strutturato come un linguaggio. E Lacan precisa per evitare malintesi : come un qualunque linguaggio parlato dalla gente.

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Che cos’è la psicoanalisi?

La psicoanalisi, come esperienza soggettiva, è la messa in moto della catena significante inconscia per cercare di circoscrivere, tramite la parola, il reale in gioco, ossia quello strano godimento che fa soffrire il soggetto e che si presenta sotto forma di sintomo. Lo strumento che permette al soggetto di sottoporsi all’analisi è, come prescrive Freud, l’associazione libera, ossia l’applicazione della…

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Il seminario. Libro VII. L’etica della psicoanalisi (1959-1960)

Editore: Einaudi Jacques Lacan Il seminario. Libro VII. L’etica della psicoanalisi (1959-1960) Testo stabilito da Jacques-Alain Miller Edizione italiana a cura di Antonio Di Ciaccia Einaudi, 2008. L’etica consiste essenzialmente in un giudizio sulla nostra azione. La psicoanalisi apporta qualcosa che si pone come misura della nostra azione, ma lungi dal proporre un ritorno agli istinti o una ripresa degli ideali…

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La Psicoanalisi n. 59 – Bion, Lacan e l’istituzione

Lacan e Bion.
Anzi, Bion e Lacan.
Ci raccontano che Bion non avesse una grande stima per il Lacan psicoanalista – almeno così viene detto nell’intervista concessa da Albert Mason a Sabrina Di Cioccio, curatrice di questo numero della rivista. Al contrario, sappiamo che Lacan aveva stima, ammirava la soluzione che Bion aveva trovato per delle situazioni che rasentavano l’insubordinazione e che, soprattutto in tempo di guerra, non possono essere tollerate. La soluzione di Bion era inedita. Lacan, al di là della fattibile operatività dell’invenzione bioniana, percepisce che si tratta di una soluzione che risuona con quanto egli stava elaborando sulle dinamiche del funzionamento dell’inconscio. Come sappiamo Lacan a volte anticipa se stesso, e per arrivare a farne insegnamento ci mette poi quel tempo che ci vuole con un lento movimento che si concretizza in un lampo. L’ossimoro σπεῦδε βραδέως o, se vogliamo ricorrere alla traduzione latina cara ad Aldo Manuzio, festìna lente, fu a detta di Svetonio il motto di Augusto – ed è il motto di Lacan.

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Il seminario. Libro VIII. Il transfert (1960-1961)

Editore: Einaudi Jacques Lacan Il seminario. Libro VIII. Il transfert (1960-1961) Testo stabilito da Jacques-Alain Miller Edizione italiana a cura di Antonio Di Ciaccia Einaudi, 2008. Il transfert è vero amore? Sì. Eppure la situazione che mette in relazione l’analizzante e l’analista è la più falsa che ci sia. Freud, scoprendo la potenza del transfert, ha tuttavia deciso di servire l’amore…

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La Psicoanalisi n. 58 – Religione, Psicoanalisi

“Caro vecchio mio – scrive Félicien Rops all’amico François Teelemans nel 1878 – ti invio la Tentazione. Il soggetto si capisce facilmente: il buon sant’Antonio, assediato da visioni libidiche, si precipita sull’inginocchiatoio, ma in quel frangente, Satana – un buffo monaco rosso – si fa burle di lui: gli toglie il suo Cristo dalla croce e lo rimpiazza con una bella donna. […] Devi assolutamente togliere dalla testa della gente ogni idea di attacco alla religione o di eroticità. Una bella donna […] può essere ritratta senza alcuna idea di licenziosità. Il nudo non è erotico. Per quanto riguarda la religione, essa non viene affatto attaccata”.
Edmond Picard comprerà l’opera e la terrà ben coperta nel suo appartamento dell’avenue de la Toison d’or a Bruxelles. Pochi potranno vederla. Con questo quadro l’artista, a suo dire, “aveva voluto dipingere un’epoca”. L’epoca è quella del diciannovesimo secolo, in cui “occorreva resistere alla colpa per mezzo della colpa stessa” e “vivere la propria coscienza nel male”: coscienza bifronte che nella crocifissione inchiodava, facendo cadere insieme – etimologia del termine sintomo – ciò che doveva invece rimanere separato.
Era anche l’epoca di Freud, che aveva avuto modo di interessarsi a questo quadro, presentato in due sole occasioni, nel 1884 e nel 1887. Scrive Freud nel 1906:  “Una nota acquaforte di Félicien Rops illustra, in modo assai più chiaro di quanto si possa fare con numerose spiegazioni, questo fatto così poco osservato e così degno invece di considerazione [ossia che “proprio ciò che è stato scelto come mezzo di rimozione diventa il portatore di ciò che ritorna; nel rimovente stesso e dietro ad esso si afferma alla fine vittorioso il rimoso”], e precisamente lo illustra per il tipico caso della rimozione nella vita dei santi e degli asceti”.

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Il tempo della seduta psicoanalitica

Milano, 11 giugno 2016 Il tempo della seduta psicoanalitica Sul tempo della seduta psicoanalitica si è giocata la partita tra Lacan e l’Internazionale freudiana. “Il nostro forte – scrive Lacan – è di non aver ceduto su questo punto”.[1] Eppure, se si eccettua una parte di Funzione e campo della parola e del linguaggio in psicoanalisi, Lacan riprende questo punto –…

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Il seminario. Libro IV. La relazione oggettuale (1956-1957)

Editore: Einaudi Jacques Lacan Il seminario. Libro IV. La relazione oggettuale (1956-1957) Testo stabilito da Jacques-Alain Miller Edizione italiana a cura di Antonio Di Ciaccia Einaudi, 2007. In psicoanalisi la relazione oggettuale indica il modo di relazione del soggetto con il mondo. Ma il mondo del soggetto non è la realtà grezza bensì la realtà filtrata dal fantasma. Fantasma che si…

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La Psicoanalisi n. 57-56 – Lacan e la Cina

“Mi sono accorto di una cosa: forse sono lacaniano solo per aver studiato un po’ di cinese in altri tempi”, disse un giorno Lacan al suo seminario. Lacan aveva studiato il cinese con Paul Demiéville negli anni della guerra e lo riprenderà nel 1969 con François Cheng, il quale gli presentò, come primo testo da studiare, il capitolo primo del libro di Laozi. Eccone l’inizio nella versione tradotta dal poeta cinese, accademico di Francia:

La Via che può essere detta Via
Non è l’eterna Via
Il nome che può essere nominato
Non è l’eterno Nome
Senza nome: Cielo-e-Terra ne provengono
Il Nome: Madre-di-ogni-cosa
Sempre senza desiderio consideriamo il Germe
Sempre con desiderio consideriamo il
Termine Doppio-nome derivato dall’Uno
Questo due-uno è mistero
Mistero dei misteri
Porta di ogni meraviglia

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Il seminario. Libro X. L’angoscia (1962-1963)

Editore: Einaudi Jacques Lacan Il seminario. Libro X. L’angoscia (1962-1963) Testo stabilito da Jacques-Alain Miller Edizione italiana a cura di Antonio Di Ciaccia Einaudi, 2007. Il problema dell’angoscia viene affrontato da Lacan da un’angolatura particolare, e cioè dal suo aspetto positivo. In questo ha dei precursori in alcuni filosofi come Kierkegaard, Heidegger e Sartre stesso, che hanno visto nell’angoscia quel concetto…

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