La psichiatria inglese e la guerra

n. 4 – ottobre 1988

JACQUES LACAN – La psichiatria inglese e la guerra
CARLO VIGANÒ – Follia e società
ALFREDO ZENONI – Psichiatria e psicoanalisi
JACQUES-ALAIN MILLER – La lezione della psicosi
FRANÇOIS LEGUIL – Dalla semiologia psichiatrica alla clinica del discorso analitico
AMELIA BABUI, MARCO FOCCHI, ROSA ELENA MANZETTI – La depersonalizzazione
FRANÇOIS SAUVAGNAT – Storia dei fenomeni elementari
ADRIANO OSSICINI – Psicoanalisi e psicoterapia

E articoli di: GIULIANA KANTZÀ, PIERO FELICIOTTI, GIORGIO TONELLI, RACHEL FAJERSZTAJN, DOMINIQUE LAURENT, MICHAËL TURNHEIM, MIGUEL MARTÌ LOPEZ-AMOR, FRANÇOIS ANSERMET, VIRGINIO BAIO, ROBERTO CAVASOLA, ANTONIO DI CIACCIA, RICCARDO CARRABINO, CHRISTIAN VEREECKEN, DANIELE MARACCI

 

Nota editoriale

La psichiatria inglese e la guerra è un vero gioiello. Cogliendo i contributi sulla teoria dei piccoli gruppi elaborati dagli allievi di Melanie Klein, Lacan ha scritto un autentico piccolo trattato di politica.

Su questo testo faremo tre osservazioni: si tratta di una sistematizzazione in tempo diretto; di una rilettura di Massenpsychologie attraverso la dialettica dell’Ideale e dell’oggetto del fantasma; e infine Lacan vi annuncia i principi organizzatori di una Scuola di psicoanalisi.

Lacan pubblicherà nel 1948 la prima esposizione sistematica in Francia delle teorie di Melanie Klein in una relazione dal titolo L’aggressività in psicoanalisi, presentata all’undicesimo congresso degli psicoanalisti di lingua francese. Ma già un anno prima, ne La psichiatria inglese e la guerra, Lacan presenta il contributo alla strutturazione dei piccoli gruppi da parte degli allievi di Melanie, in particolare di Bion, la cui opera non era all’epoca ancora pubblicata. Per questo si tratta di una sistematizzazione in tempo diretto.

Seconda osservazione: Lacan scopre un’Inghilterra del dopo Churchill che paragona alla Francia del dopo Pétain. Lacan si dimostra sensibile al “livello collettivo dell’effetto di degradazione del tipo virile” che aveva lui stesso riportato alla decadenza sociale dell’imago paterna, in una pubblicazione del 1938 sulla famiglia dal titolo I complessi familiari. Lacan non deduce la necessità del capo dall’importanza dell’imago, ma, al contrario, argomenta 1’interesse di un gruppo senza capo. La selezione degli ufficiali e la reinserzione dei dullards suppongono che l’oggetto resti lontano dal posto vuoto del padre.

Infine, lungi dall’opporre Klein a Freud, Lacan ricolloca gli sviluppi kleiniani nella prospettiva della Massenpsychologie. È Melanie, vista dall’angolo di un ritorno a Freud, che include anche lei. Sulla funzione del gruppo, dell’immaginario che vi è in gioco, si troveranno alcuni elementi che permetteranno di comprendere più tardi certi sviluppi della Scuola di Lacan. La lista dei gruppi senza capo, presi da un compito, annuncia già la lista dei cartelli di lavoro. Nel frattempo la teoria dell’oggetto (a) avrà riassorbito la logica dell’oggetto.

Sono da meditare l’avvertimento finale di Lacan sull’abuso di autorità che il maneggiamento delle immagini e delle passioni può permettere, come anche il rispetto che egli enuncia sull’obiezione di coscienza. Il soggetto della psicoanalisi, in quanto fa eccezione, prende qui le radici della sua regola. E ne consegue la posizione dello psicoanalista: è una spinta al desiderio.

Eric Laurent

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