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Il Godimento in Lacan

Bologna, 18 maggio 2013 Il Godimento in Lacan Antonio Di Ciaccia Il termine jouissance è un termine corrente in francese, come godimento lo è in italiano. Il Littré (il dizionario usato da Lacan) dà questi significati: 1) Azione di godere, soddisfazione intelletuale e morale, ovvero sensuale (cit.: “Il godimento è il termine del desiderio”, Charles Bonnet, Essai analytique sur le faculté de l’âme, 1760); 2) Azione di…

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In risposta all’articolo “L’autismo dei lacaniani”

In risposta all’articolo“L’autismo dei lacaniani” di Gilberto Corbellini apparso sul sole 24 ore il 12 febbraio a proposito del documentario “Le Mur”. Egregio Dott. Gilberto Corbellini, Le invio questa mail sul problema dell’autismo, da Lei trattato il 12 febbraio. Sono psicoanalista della Scuola di Lacan. Ho visto il documentario Le mur – La psychanalyse à l’épreuve de l’autisme. Il giudice del…

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Introduzione alla clinica lacaniana

Editore: Astrolabio – Psiche e coscienza Jacques-Alain Miller Astrolabio 2012 Prefazione di Antonio Di Ciaccia Si racconta che Lacan sia difficile. Addirittura illeggibile. Ed è vero. Così noi, come i nostri Colleghi Spagnoli, ci siamo fidati di una persona che Lacan stesso aveva dichiarato essere l’unico a leggerlo e a capirlo. E’ stato ed è il pregio di Jacques-Alain Miller. La…

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Il mio insegnamento e Io parlo ai muri

Editore: Astrolabio – Psiche e coscienza Jacques Lacan Testo stabilito da Jacques-Alain Miller Edizione italiana a cura di Antonio Di Ciaccia Astrolabio, 2014 Questo testo raccoglie due gruppi di conferenze: le prime tre, pubblicate nella parte intitolata Il mio insegnamento, sono state tenute tra il 1967 e il 1968 rispettivamente a Lione, Bordeaux e Strasburgo. Il metodo di Lacan, qui, è…

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Il racconto di Antonio Di Ciaccia, traduttore e curatore delle opere di Lacan

La Repubblica – 8 settembre 2011 “TRA SEDUTE E SEMINARI HO VISSUTO LA SUA UTOPIA”. Luciana Sica «Ero il suo “mon cher monsieur Di Sciascià”, mi chiamava così». Antonio Di Ciaccia, traduttore e curatore dell’opera di Jacques Lacan, ha 28 anni nel ’72 quando incontra il maestro all’École freudienne de Paris. «C’era stato un convegno, ma lo avevo visto uscire…

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Vita di Lacan

Editore: Quodlibet Jacques-Alain Miller Quodlibet, 2011 Vita di Lacan. Se mi è venuta in mente questa formula, è perché fa risuonare in me quel genere letterario rappresentato dalle vite di uomini illustri, nato nell’Antichità, proseguito durante il Rinascimento e giuntomi a conoscenza nel 1953, in quarto ginnasio, con il De Viris illustribus dell’abate Lhomond, e, qualche anno dopo, con le Vite parallele di Plutarco. La…

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Il dolore di esistere

Roma, 8 marzo 2014 Antonio Di Ciaccia Il dolore di esistere Una persona che esercita la funzione di psicoanalista ha costantemente a che fare con il dolore. Tutti coloro che bussano alla sua porta non sono mai spinti dalla felicità, ma dall’infelicità. Si tratta sempre di qualcuno che chiede aiuto – perché sta male, perché soffre, perché è angosciato, perché…

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Pezzi staccati. Introduzione al Seminario XXIII di Lacan “Il sinthomo”

Editore: Astrolabio – Psiche e coscienza Jacques-Alain Miller Edizione italiana a cura di Antonio Di Ciaccia Astrolabio, 2006 Il lavoro paziente e preciso di Miller, da Lacan scelto per la redazione di tutti i libri del suo Seminario, fa da guida indispensabile per la lettura di uno degli ultimi, Il sinthomo, dove viene letteralmente capovolta l’impostazione teorica lacaniana sull’inconscio.

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Il seminario. Libro XXIII. Il sinthomo (1975-1976)

Editore: Astrolabio – Psiche e coscienza Jacques Lacan Testo stabilito da Jacques-Alain Miller Edizione italiana a cura di Antonio Di Ciaccia Astrolabio, 2006 Negli ultimi Seminari siamo di fronte a un ‘altro’ Lacan. Alla ribalta non è più il simbolico, ma il reale, non è più il desiderio, ma il godimento. Godimento che è impossibile da sopportare di cui però non si riesce…

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Anteprima de “La vita di Lacan” di J.-A. Miller

La conversazione delle due giovani signore ruotava intorno alla diffamazione di cui Lacan era ancora oggetto a trent’anni dalla sua morte. La prima mi rimproverava il silenzio su “una disgustosa accozzaglia di porcherie”, la seconda “una compiacenza che avrebbe permesso alle moderne Erinni di sentirsi autorizzate a dire qualsiasi cosa su colui che era oggetto della loro implacabile ed eterna hainamoration”. Se le due amazzoni mi comunicavano, senza imbarazzo, la loro febbre di voler strappare la tunica di Nesso che consuma Ercole, come il loro desiderio, divenuto il mio, sarebbe stato senza perplessità? Avevo conosciuto, frequentato, praticato Lacan per ben sedici anni, dunque non stava che a me darne testimonianza. Perché avevo taciuto? Perché non avevo letto niente di tutta questa letteratura?

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